venerdì , 26 Aprile 2024
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Un DiVino…………….. alla camomilla

di Fabrizio Ercolani

Si è aperta, come da tredici anni a questa parte, l’edizione 2019 del DiVino Etrusco, la kermesse enogastronomica più attesa dell’estate tarquiniese. Diverse le luci, ad iniziare dai circa 500 ingressi per un incasso che si aggira intorno ai 6800 euro ma anche parecchie le ombre di questa prima giornata. Ombre soprattutto sulla cura dei dettagli. Eh sì, perché una manifestazione divenuta oramai storica ha l’obiettivo ogni anno di migliorare sé stessa sfiorando la perfezione. Dettagli che fanno la differenza e che non passano inosservati. Ben allestito e curato nei minimi particolari la zona nevralgica della manifestazione, scarne e poco attraenti le piazze laterali. Piazza Santo Stefano, Piazza San Giovanni, Piazza San Martino vuote e prive di ogni allestimento come potete vedere dalla foto qui accanto. Dettagli che possono fare la differenza come nel caso delle indicazioni stradali. Difficile per un visitatore raggiungere tutti i luoghi senza un’adeguata cartellonistica, soprattutto perché non collegati in alcun modo. E poi le auto parcheggiate in ogni dove del centro storico, anche a ridosso degli stand adibiti alla mescita del vino, che fanno perdere la magia della bellezza della cittadina etrusca. Dettagli come nel caso dei parcheggi. Auto parcheggiate ovunque, anche all’interno delle aree verdi e nessuna indicazione su dove poter lasciare in sosta l’auto. Nelle edizioni precedenti era stato adibito a parcheggio, e pubblicizzato adeguatamente, un’area in Via delle Rose con un servizio navetta che portava i visitatori sino alla Barriera San Giusto, una soluzione che aveva portato i suoi frutti. Dettagli come nella perfezione assoluta della logistica del vino. In piazza San Giovanni dopo quasi due ore dall’apertura delle casse il vino era totalmente assente, ritardi anche in Via Garibaldi. Eppure dovrebbe esserci un direttore artistico, non un volontario, che dovrebbe seguire tutto alla perfezione. Il condizionale in questo caso è d’obbligo. Dettagli come la sistemazione dei prodotti tipici che invece di essere valorizzati sono finiti nascosti in Via Garibaldi senza alcuna indicazione al riguardo. Dettagli come l’inaugurazione alla quale erano presenti tutte le autorità civili ma nessun rappresentante della Pro Loco, ente che formalmente organizza il DiVino Etrusco. Questo è quanto emerge dalle foto che ci sono giunte perché alla stampa non è arrivata alcun invito ufficiale (altro dettaglio). Dettagli che fanno la differenza e che nelle edizioni precedenti curate dall’allora Presidente dell’Università Agraria Antonelli, dagli assessori Sandro Celli e poi Pietro Serafini, rivestivano un ruolo importante frutto di un lavoro di squadra imponente ma pianificato nei minimi dettagli. Evidentemente la mano onnipotente del duo organizzatore di quest’anno non è riuscita a coprire tutto. Ma in fondo è solo la prima sera e far divenire la camomilla, caffè, non è impresa impossibile.

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