Ci siamo, mancano pochi giorni alle elezioni del Presidente degli Stati Uniti e la contesa tra Donald Trump e Kamala Harris è arrivata al clou: i dettagli
Siamo arrivati al dunque, le elezioni americane sono alle porte e fra pochi giorni si avrà il verdetto tanto atteso anche dal resto del mondo. Il peso specifico di questo prossimo Election Day è estremamente importante per gli equilibri e il futuro dell’occidente, Europa in primis, e non solo. Dopo mesi di campagna elettorale, colpi di scena inaspettati e clamorosi, il testa a testa è palpabile e si giocherà tutto su una manciata di voti.
Il consolidato repubblicano Donald Trump non riserva molte sorprese nel suo cammino verso la Casa Bianca, rappresentando quella parte di America insoddisfatta e anti-establishment, isolazionista e protezionista, con una visione decisamente unilaterale e conservatrice. La democratica Kamala Harris invece era poco conosciuta e in prima battuta ha dovuto recuperare proprio su questo terreno, rimarcando poi a gran voce il fatto di non essere Joe Biden. Indubbiamente la sua politica andrà verso una certa continuità con l’amministrazione precedente, ma a suo modo e con la sue capacità, in favore dei più deboli e degli emarginati, delle donne e delle minoranze.
L’Election Day 2024
Il 5 novembre 2024 è il giorno deputato a entrare, nel bene o nel male, nella storia. L’Election Day è alle porte e l’America e il mondo seguiranno con il fiato sospeso l’esito di queste elezioni vista la posta in gioco. Con Trump si schiera Elon Musk, finanziando la campagna elettorale repubblicana, specie in quegli Stati definiti in bilico e quindi cruciali, mentre la Harris ha al suo fianco come sostenitore e finanziatore un certo Bill Gates che ha stanziato ben 50 milioni di dollari per la campagna elettorale dem.
Gli esperti gridano a gran voce che deciderà tutto la Pennsylvania, Stato al centro delle dinamiche per la vittoria finale delle presidenziali americane, mentre i candidati si destreggiano sui vari palchi dei vari comizi a colpi di bordate e veri e propri insulti. Trump accusa la Harris di volere la Terza Guerra Mondiale, mentre lui farebbe cessare le ostilità anche se fa un richiamo ai generali di Hitler e insulta i portoricani, mentre la Harris accusa il tycoon di fascismo e di cavalcare la politica dell’odio, fatta da un’agenda estremista costellata di divieti (aborto) e intrisa di illegalità, imputato in ben quattro processi distinti.
I sondaggi
Il testa a testa fra i due candidati alla Casa Bianca sconcerta una Michelle Obama scesa in campo in Michigan a sostegno della Harris. L’ex First Lady non si capacita di come si possa essere così sul filo del rasoio quando ai suoi occhi Trump rappresenti un pericolo per l’America e per il mondo intero, definendolo un bugiardo ed un incompetente. Eppure i numeri dei sondaggi parlano chiaro e vedono continui sorpassi e controsorpassi fatti di pochissimi punti tra Trump ed Harris.
La Harris partita in svantaggio ha recuperato e superato di due punti Trump ad agosto, ma oggi lo scarto si è ridotto a meno di un punto diventando davvero esiguo. Negli Stati considerati chiave per la vittoria finale nessuno dei due presenta un vantaggio netto sull’altro e la linea di demarcazione è sempre più sottile. La Harris ha convinto le donne, le minoranze etniche e i laureati, mentre Trump si conferma preferito dai maschi bianchi senza laurea delle aree rurali degli USA e la classe media. La partita si gioca nei sette Stati chiave che sono oltre alla Pennsylvania, Arizona, North Carolina, Nevada, Wisconsin, Michigan e Georgia. Lo scontro è dunque più vivo che mai e sino all’ultimo il risultato sarà in bilico come non mai.