giovedì , 18 Aprile 2024
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Tarquinia e Mediterraneo: una riflessione sulla plastica

Complice lo splendido clima che ha caratterizzato questo Giovedì 11 Febbraio, sono stati molti i tarquiniesi che si sono concessi un “giro al mare”. Se sul Lungomare le persone a passeggio erano parecchie, anche la spiaggia ne ha visto un numero cospicuo (considerando che siamo ancora in inverno e che il giorno è feriale).

Per chi si è divertito a passeggiare sulla spiaggia è stato impossibile non notare i rifiuti di plastica che facevano capolino tra i legni spiaggiati.

Un fenomeno che non riguarda solo Tarquinia, ma tutti i centri che si affacciano sul Mediterraneo, dove, secondo le stime WWF, le correnti fanno tornare sulle coste l’80% dei rifiuti di plastica. Insomma, per meglio intenderci si stima che per ogni chilometro di litorale si accumulino oltre 5 kg di plastica al giorno… e come se non bastasse il problema è destinato a peggiorare: se non si interromperà lo sversamento dei rifiuti di plastica, entro il 2050 negli oceani ci saranno più plastiche che pesci.

Ma oltre alla plastica “comune”, quella che possiamo vedere sulla spiaggia sotto forma di bottiglie, filtrini, ghirbe, reti, tappi e molto altro, un problema serio è anche quello costituito dalle microplastiche: per WWF sui fondali marini del Mediterraneo sono stati rilevati i livelli di microplastiche più elevati mai registrati, fino a 1,9 milioni di frammenti su una superficie di un solo metro quadrato.

E questa plastica raggiunge anche noi: ingeriamo in media cinque grammi di plastica a settimana, l’equivalente di una carta di credito, e non si conoscono ancora i risvolti per la nostra salute.

In giornate come quella di oggi, dunque, è importante accompagnare allo svago anche la riflessione: cerchiamo di ridurre l’utilizzo di plastica producendo meno rifiuti, e preoccupiamoci sempre di conferire correttamente quanto utilizzato. Se possiamo, inoltre, ricordiamoci che un bel modo per fare movimento è anche il plogging: in vista dell’estate, rimette in forma sia noi che l’ambiente.

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