martedì , 23 Aprile 2024
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Anche Tarquinia nell’ultima fatica letteraria di Valerio Massimo Manfredi

di Laura Liguori

E’ uscita l’8 Ottobre con il Corriere della Sera l’ultima opera di Valerio Massimo Manfredi, dedicata agli etruschi.

S’intitola L’Italia etrusca ed è il primo volume della nuova serie Ritrovare l’Italia. Itinerari d’autore tra storia e cultura, realizzata in collaborazione con la casa editrice il Mulino di Bologna. L’intento dell’iniziativa è offrire al lettore guide tematiche ragionate ai tanti luoghi del nostro Paese ricchi di storia e di cultura, attraverso il racconto di personalità altamente qualificate, soprattutto docenti universitari. Si tratta dunque di strumenti indispensabili per chi voglia conoscere meglio, anche attraverso visite sul posto, alcune delle realtà più significative fra le tante che concorrono a fare dell’Italia uno dei Paesi più dotati del mondo sotto il profilo del patrimonio artistico, architettonico e culturale.

Il libro di Manfredi, scrittore, storico, archeologo e conduttore televisivo famoso, è un primo rilevante esempio, poiché accompagna il lettore tra le vestigia della civiltà etrusca.

Il libro analizza come gli Etruschi siano tra noi, nel patrimonio genetico di uomini, paesaggi e città, e sebbene il focus principale sia su altri centri dell’antica civiltà, impossibile non scorgere l’eco degli affreschi delle tombe di Tarquinia, che restituiscono un aldilà variopinto, in cui si danza, si beve e si fa sesso. La convivialità dei banchetti, il ricorso a pratiche divinatorie, la condizione emancipata della donna, la proprietà privata terriera, la pianta della città basata su cardo e decumano: elementi disparati di una medesima eredità, quella che ci deriva da un popolo fra i più affascinanti.. L’itinerario, che non finisce mai di sorprendere, origina da Spina, nelle valli di Comacchio, percorre l’Etruria padana (Marzabotto e Bologna), si sofferma nei centri principali come Verucchio, Volterra, Populonia, Vetulonia, Vulci, Cerveteri e dunque inevitabilmente anche la nostra Tarquinia, per giungere poi alla Roma etrusca.

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